Qual è il periodo di conversione alla produzione biologica?
Il periodo di conversione in agricoltura biologica è il periodo di tempo che deve trascorrere da quando l’operatore si registra presso un organismo di controllo autorizzato, fino a quando non può vendere i suoi prodotti come biologici. Inizia a contare dal momento della registrazione nell’organismo di controllo ed è stabilito in conformità alla normativa applicabile.
Questo periodo temporaneo garantisce al consumatore l’assenza di residui di prodotti chimici di sintesi negli alimenti. Il periodo di conversione dipenderà dalla sua gestione storica e dal tipo di coltura da produrre e sarà:
- Colture annuali ed erbacee: 2 anni prima della semina o del trapianto la coltura da raccogliere come biologica.
- Prati: 2 anni prima dello sfruttamento per erba, fieno o insilato come biologico.
- Colture perenni o perenni diverse dai prati (alberi da frutto, vigneti, …): tre anni prima del primo raccolto biologico.
Quando inizia il periodo di conversione?
Il periodo di conversione avrà inizio, non prima, quando l’operatore notificherà la propria attività alle autorità competenti e sottoporrà la propria operatività al regime di controllo ai sensi del Regolamento (CE) n. 834/2007 e del Regolamento (CE) n. 889/2008 , sulla produzione e l’etichettatura dei prodotti biologici.
Esempio di calcolo della conversione dell’oliveto:
Se la raccolta viene solitamente effettuata nel mese di novembre e la conversione inizia nell’ottobre 2010, il primo raccolto che può essere commercializzato come biologico sarà a novembre 2013.
Tuttavia, se la registrazione nell’organismo di controllo viene effettuata solo due mesi dopo, ovvero nel dicembre 2010, il raccolto non sarà commercializzato come prodotto biologico fino a dicembre 2014.
Durante il periodo di conversione si applicheranno tutte le regole stabilite nel Regolamento. È un processo dinamico e progressivo durante il quale l’ agroecosistema si adegua a un nuovo equilibrio nelle sue componenti biotiche e abiotiche, in un nuovo quadro di relazioni ambientali, economiche e sociali.
Questo è un periodo di adattamento dal metodo di produzione convenzionale a quello biologico. Durante questo «processo di transizione», vengono adottate tecniche di gestione secondo i principi del metodo di produzione biologico. È anche un periodo di adattamento dell’agricoltore a questo modello di intendere l’agricoltura.
Se dopo il periodo di conversione vengono ancora rilevati residui nel suolo o nelle piante , questo periodo di conversione può essere esteso. Parimenti, in taluni casi, l’organismo di certificazione competente può decidere di riconoscere retroattivamente un periodo precedente nell’ambito del periodo di conversione, purché siano fornite prove sufficienti per dimostrare che le condizioni favorevoli sono state soddisfatte per un periodo minimo di tre anni.
Una volta rilasciato il certificato, si rinnova ogni anno con la visita annuale dell’ispettore. L’ispettore si reca presso l’azienda e/o gli impianti sotto ispezione e verifica il processo produttivo, valuta il sistema utilizzato dall’agricoltore per garantire il rispetto dei requisiti, esegue un’ispezione visiva di tutte le parti dell’azienda o dell’industria e preleva un campione. Alla fine, riflette il risultato preparando un rapporto di ispezione, prelevando campioni e non conformità. Tale rapporto viene inviato alla Commissione di Certificazione, organo collegiale che delibera ed emette una decisione in merito alla certificazione.
Quando le produzioni ottenute possono essere commercializzate come biologiche?
Durante questo periodo di transizione, le produzioni ottenute non possono essere commercializzate come biologiche. Durante il primo anno di conversione , il produttore non potrà vendere i suoi prodotti come biologici. Dopo il primo anno, il prodotto avrà il bollino “ Conversione all’agricoltura biologica ” . Una volta trascorso il periodo di conversione, il prodotto può essere commercializzato come biologico, compreso il relativo sigillo di certificazione.